argilla
L'argilla, presente i tutte le zone del pianeta, è il materiale che serve per fare la terracotta. L'argilla è dovuta ad un processo formativo, durato milioni di anni, che ha portato alla disgregazione di rocce ignee (eruttive). Gli eventi atmosferici, come la pioggia, il vento, i gas, hanno causato la decomposizione della roccia trasformandola in argilla. Le differenze fra le argille sono dovute ai diversi processi geologici avvenuti all'origine ed alla posizione dei depositi. La plasticità è la più importante proprietà dell'argilla ed appartiene solo all'argilla fra tutti i materiali della terra. La plasticità è la capacità dell'argilla di prendere qualsiasi forma e di mantenerla. Le argille naturali vengono classificate in base alla loro plasticità ed al colore che assumono prima e dopo la cottura. Le impurità conferiscono colore e plasticità. La plasticità è l'elemento condizionante la scelta dell'argilla in funzione del tipo di lavoro che si vuole eseguire. Dopo la cottura l'argilla diventa dura, tornando ad assomigliare ad una pietra. Le argille con meno impurità (le impurità sono dovute allo spostamento dell'argilla dal luogo originario ad un altro e in questo viaggio essa raccoglie materiale organico ed inorganico) sono le più bianche dopo la cottura, le meno plastiche, quelle che cuociono alle temperature più alte ed anche le più rare poiché sono quelle rimaste nei luoghi dove si sono formate. L'argilla viene cotta ad almeno 700° C circa che è la temperatura sufficiente perché diventi robusta e dura. Più alto e il calore e più compatta, forte e vetrificata sarà l'argilla cotta. Alcune argille, specie i caolini, continuano ad indurirsi anche oltre il "cono 14" (1400° C) (cerca nel glossario il termine); ad un certo punto però, tutte si rammolliscono e diventano vetri.